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Cenni storici



L'origine del nome Lazzate sembra derivare dal verbo latino "laxo", che significa dar sollievo, dar ristoro. E' dunque ipotizzabile che in epoca romana o in periodi successivi questa zona venisse frequentata soprattutto per periodi di riposo e di vacanza tanto dalla nobiltà dell'antica Milano, quanto da quella dell'antica Como.

In effetti guardando il paesaggio di Lazzate, che ha nei boschi i suoi confini naturali, specialmente nella parte nord-est (Parco Groane), si può immaginare come un tempo questa dovesse essere una zona assai gustosa dal punto di vista naturalistico. Il primo documento su Lazzate è del XIII secolo ed è opera di quel Goffredo da Bussero che redasse l'elenco delle chiese appartenenti alla Diocesi di Milano, nel quale inserà anche la chiesa di S.Lorenzo, in Lazzate appunto, appartenente alla Pieve di Seveso. E' documentata anche la visita pastorale, nell'anno 1582, dell'allora Vescovo di Milano San Carlo Borromeo. La proprietà di Lazzate, viene dapprima concessa dagli Sforza ai nobili Missaglia, che nel 1472 la lasciano ai Biraghi.

E' di questo periodo la costruzione della villa ancor oggi esistente che resta il monumento più antico di Lazzate. Nel 1538, fatidico anno della distribuzione dei feudi nel Ducato di Milano, Lazzate come molte terre dei dintorni passa tra le proprietà dei Carcassola sotto il cui dominio i lazzatesi stanno fino al 1648. In quell'anno subentra il senatore Francesco Maria Casnedi, segnando anche il passaggio tra il potere della nobiltà feudale, legata soprattutto alle imprese militari e quello della aristocrazia cittadina, creatasi nelle cariche e negli uffici pubblici centrali dello Stato. Nel 1787, estinta la dinastia dei Casnedi il feudo di Lazzate torna proprietà della regia camera.

Proprio nel XVIII secolo alla villa Biraghi viene aggiunta quella che è nota come l' "ala nobile" E nello stesso secolo nasce a Como un personaggio di fama mondiale al quale Lazzate resta inscindibilmente legata, tanto da dedicare alla sua più nota invenzione lo stemma comunale. Stiamo parlando di Alessandro Volta, che la tradizione, e soprattutto l'orgoglio dei lazzatesi vogliono giunto proprio a Lazzate alla rivoluzionaria scoperta della pila elettrica, che oggi campeggia sul gonfalone comunale.

Quel che è certo è che Volta a Lazzate venne in più riprese e per diversi periodi, soprattutto per villeggiatura e per dedicarsi in tutta tranquillità alle proprie letture. Curiosamente nella lapide murata su quella che fu la sua residenza lazzatese e oggi nota come "Casa Volta", si legge tra l'altro l'appellativo di "mago del tubero", alludendo all'iniziativa che pare ebbe l'illustre scienziato, di proporre ai contadini della zona la coltivazione della patata da lui assaggiata durante i viaggi in America ed in Francia.

Del 1800 si ricorda soprattutto l'epidemia di colera, della quale fa memoria un affresco in vicolo Madonna. Con l'unità d'Italia, Lazzate entra a far parte del circondario di Monza e del mandamento di Seveso, ma perde la dignità di comune formando un corpo unico con la vicina Misinto. Ritornerà comune nel 1905. Come detto in precedenza l'edificio storico più significativo è la villa Biraghi, attualmente di proprietà privata, che al nucleo originario del XV secolo ha aggiunto l'ala settecentesca ricca di preziosi ornamenti artistici.

La chiesa parrocchiale di S.Lorenzo e quella della Beata Vergine del Caravaggio, risistemate nel '900 mantengono qualche spunto di arte minore.

(per la parte storica: La Lombardia comune per comune, ed. Bonechi).